martedì 28 maggio 2013

Nuove letture

Diventata mamma ho dovuto ridimensionare il tempo dedicato alla lettura, e a volte sopprimerlo. Come sempre accade ho tratto qualcosa di buono anche da questa limitazione: ho scoperto che senza leggere si vive bene, si pensa in proprio un po' di più e si sceglie con più esattezza cosa leggere e quando. Da quando Daniel mi ha munita di smartphone, approfitto dei riposini di Miss Buonumore (che avvengono rigorosamente in braccio a me) per leggere leggere leggere leggere e leggere. Oggi ho ricordato Krishnamurti e ho cercato qualche pdf da scaricare. Ho trovato subito "L'arte di vivere". E ho sentito le parole attraversare gli anni, oceani e terre. Tutto quadra, tutto è parte del cammino intrapreso. Di che parla quest'uomo? Di educare in libertà, di educare con amore, di educare alla non-ripetizione. Mi faccio cassa armonica: racconto a tutti della rivoluzione educativa e sociale che stiamo creando e mi sento trasportare qualche passo più in la. La leggerezza dell'accadere. L'unica e sola maniera di essere al mondo. Essere Ed Esserci. Sempre. Ma non solo di smartphone vive la mamma! Ma si di regali, o meglio, di "affetti concreti" stavolta approdati a me dalle mani di mio padre. Due libri veri, di carta e inchiostro, due libri che accolgo come ospiti nella mia casa. Arriverà presto un tramonto, un'ora nella notte silenziosa, un rooibos in giardino, uno scalino di pietra in cui saremo, completamente, insieme.

martedì 21 maggio 2013

educare

Qui, nella piccola e sperduta isola in cui viviamo, c'è fermento: stiamo conoscendo famiglie interessate alla prospettiva dell'educazione familiare, e, ovviamente ne sono entusiasta! Qualche giorno fa si è tenuto un primo incontro informativo in cui sono sorte varie questioni: la legalità di tale scelta, come ottenere un titolo accademico seguendo questo percorso "alternativo", che valori si vogliono trasmettere ai propri figli e che risultano essere incompatibili con il sistema scolastico. La riunione è avvenuta nel retrobottega di un negozietto di prodotti di puericultura biologici. Genitori e figli ci muovevamo con assoluta libertà tra la saletta adibita alla "charla" e il negozio vero e proprio. Miss Meraviglia ha inventato tutti i giochi possibili e immaginabili con un palloncino portato da casa, ha corso, ha riso, ha mangiato biscotti gentilmente offerti da chi aveva organizzato il tutto e ha anche ascoltato per un paio di minuti le cose che dicevamo noi grandi. C'erano anche altri bimbi, una decina in tutto. Tra questi anche la figlia di un amico che aveva preparato il discorso introduttivo al dibattito. La bimba ha interrotto in vari momenti il padre e anche altre persone per dire quello che voleva (che non aveva niente a che fare con il discorso). I genitori della bimba non hanno spiegato in nessun momento alla loro figlia che nella situazione in cui si era, c'era un turno di parola da rispettare, e che anche lei avrebbe potuto parlare ma in un altro momento. Alla terza interruzione della bimba, la madre che stava parlando disse alla bimba che ora non toccava a lei parlare e che doveva aspettare il suo turno. La bambina disse due o tre paroline e se ne andò. Nel raccontare in un forum su internet come era andato questo incontro leggo il resoconto del padre della bimba. E racconta: il modo orribile in cui hanno trattato sua figlia è lo specchio di problemi di maltrattamento non risolti della signora che le ha detto di stare zitta. La bimba ha vissuto un momento orribile. Le persone non si interessano ai bambini e non tengono in considerazione i loro sentimenti... E io mi chiedo: se il padre o la madre di questa bambina invece di lasciarla parlare perché le va, le avessero spiegato che in quel contesto c'è un momento per parlare e un momento per ascoltare, che ognuno avrà il suo tempo per dire ciò che vuole, e che anche lei potrà dire la sua, la bimba non avrebbe continuato a interrompere e avrebbe imparato che ci sono circostanze in cui le persone ricorrono al turno di parola, e avrebbe fatto la sua "lezione" di unschooler della giornata. Ma il rifiuto di educare, perché educare viene inteso come reprimere, in nome della difesa della libertà ha messo quella bambina in una situazione fastidiosa: aveva voglia di partecipare al gioco ma non sapeva dell'esistenza delle regole del gioco. Per me educare non significa reprimere, ma dare a conoscere. Sta poi al bambino scegliere come usare la conoscenza che gli trasmetto. Sta al bambino la rielaborazione dell'informazione. Da li la crescita, di li la vera libertà.

giovedì 16 maggio 2013

dolci e biliardino

Continua la festa del patrono nel nostro paesino. Tra le varie attività che ha organizzato il comune, c'è il sempre gradito concorso di dolci. Quest'anno ho proposto a Miss Meraviglia di partecipare, e lei, tutta contenta, ha detto: "siiiiiiii!!". Ma, una volta portate a termine le improrogabili faccende di casa, mi sono resa conto che tempo per elaborare un dolce non ce n'era, e però pure mancava il coraggio di arrendersi di fronte a tale impedimento. E cosi l'ingegno e la leggerezza sono subito venuti in soccorso: hanno aperto la porta del frigorifero ed hanno tirato fuori un bel vassoione pieno di fragole, un limone e dal pensile il barattolo dello zucchero. Ed eccoci all'opera: fragole sciroppose, buone da morire in 20 minuti! Mentre Miss Buonumore mi riposava in grembo, in silenzio e in penombra, anche le fragole facevano la loro siesta nel frigo. Appena sveglia la piccola Miss, ci dirigiamo al centro culturale del paese, consegnamo il nostro dolce e aspettiamo che inizi il tutto. Nell'attesa giochiamo a biliardino. Le due Miss attivissime e assorbite dal gioco: il gioco di coordinazione oculo-manuale continuo mi è sembrato un esercizio molto più duro che il copiare una lettera rispettando le dimensioni e i margini stabiliti in un foglio.. Ma la voglia, il coinvolgimento emotivo e la fisicità (Miss Meraviglia muoveva le stecche pure con le punte dei capelli!) fanno della difficoltà il senso dell'attività stessa. Ed ecco il senso del fare e dell'essere e dell'esserci in questo fare. Un fare indeterminato ma costantemente presente, un fare che non conosce orari, un fare che è lo stesso vivere. E allora lasciamoci liberi di trovarci in questo fare, liberi di scoprire che un concorso di dolci è solo il mezzo che il mondo mi ha dato per arrivare a un biliardino. Un biliardino che apre un nuovo cammino da percorrere con piacere ed entusiasmo. Per amore di completezza, c'é anche da dire come finì l'esperienza del concorso di dolci. Dopo un attentissimo (e noiosissimo!) scrutinio dei dessert da parte di tre serissime signore, sono stati annunciati i vincitori di 1°, 2° e 3° premio. Miss Meraviglia stava un po' abbacchiatella per non rientrare nella rosa degli eletti, e allora le ho fatto notare che i dolci scelti non sono i più buoni in assoluto, ma sono quelli che più sono piaciuti a quelle tre serissime signore della giuria, e che magari ad altre persone le nostre fragole sciroppose sarebbero piaciute più di ogni altra cosa. La Miss allora si è sentita molto meglio e ha partecipato con allegria al magna-magna generale: senza dubbio la parte migliore del concorso!!! E li abbiamo scoperto che i dolci premiati non ci piacevano affatto e che le fragole sciroppose sono piaciute a tutti! Miss Meraviglia ha capito la falsa importanza di vincere e la soddisfazione di aver preparato una cosa buona per tanti. Prima di andare via, l'ho sorpresa mentre spiegava la sua ricetta a una signora: "Mamma,sicuro che al prossimo concorso di dolci quella signora preparerà le nostre fragole!". ;)

lunedì 13 maggio 2013

romería, ovvero: l'importanza delle tradizioni


Tanti ma tanti anni fa, preparai il mio bel piano di studi universitario per la laurea in lingue e letterature straniere. Quando lo presentai al mio professore, questi lo lesse ie quando finí di leggerlo restò in silenzio guardandomi con inumana fissità. Dopo qualche secondo di attesa (e di apnea da parte mia...) mi chiese: "Perché?". Pensai, ma non dissi: "Come 'Perché?'??" Di fronte alla mia faccia imbambolata, il professore, magnanimamente, decise di spiegarmi le ragioni della sua perplessità. "Perché non si laurea in antropologia?" Secondo il prof. infatti, avevo inserito una tale quantità di esami dell'area antropologica, che gli costava accettare che io mi stessi laureando in lingue. Al che gli spiegai. La lingua, e la letteratura come più ampia e ricca espressione della lingua stessa, è specchio della storia, della cultura e delle tradizioni proprie del gruppo umano che fa uso di quel determinato idioma. Di fronte a tale innegabile spiegazione il prof. non proferì parola. Mi guardò un altro po', con certo fastidio, e mise il suo indecifrabile autografo in calce al mio piano di studi. Eccheveloraccontoaffare? Lo racconto perché qui nel nostro paesino di case bianche siamo in piena festa popolare, e un po' come zelig, mi viene naturale fondermi con le tradizioni del posto. Ed eccomi qua, vestita con il tipico costume di contadina canaria, accompagnata dalle due Miss, anche loro in versione contadina, che solchiamo le strade del paese nella tradizionale "romería" cioé 'pellegrinaggio'. Un'incredibile opportunità per un unschooler: in un solo pomeriggio ascolterà musica folclorica, vedrà (e monterà!) i dromedari che vivono nel nostro paese, mangerà piatti tradizionali (il gofio: prometto post specifico a breve;)) e vedrà bambini della sua età, nonché adulti, esibirsi in balli tipici. Imperdibile!

domenica 12 maggio 2013

matrimonio


Un'amica. Un matrimonio. Ma no un matrimonio normale, macchescherziamo?? Un matrimonio pic-nic, un matrimonio molto "free". Un matrimonio a tratti hippy. Un matrimonio di venerdí.Ma soprattutto un matrimonio flash: sei, dico 6, giorni per organizzare tutto! Appena venuta a sapere dell'evento il mio pensiero è corso alle bomboniere:
 - Te le faccio io!!
 - Ma no, non ti preoccupare, facciamo solo un pranzo, niente di che...
 -Vabbé dai, una cosina piccola, giusto un regalino simbolico! -Ma no, lascia perdere.
-Dai su, che ti piacerebbe?
-Mah, non so... -Senti che te ne pare di sacchetti di erbe aromatiche? -Carino!
-Ok: quanti?
-Ehm... dunque vediamo... 1, 2, 3... quattordici.
 
-Perfetto! A domani!! (e in questo caso domani voleva dire il giorno del matrimonio :S)
 Vum-Vum-Vum-Vum... la mia tanto amata Necchi si è rimessa in marcia e io con lei: che bello! Un piccolo scampolo di lino e qualche barattolo di origano bio autoprodotto e via.
Miss Meraviglia ha collaborato con la sua compagnia mentre cucivo, ha tolto gli spilli quando ce n'era bisogno e ha piegato i cartoncini che avevo ritagliato per i bigliettini da legare intorno ai sacchetti. Il risultato è questo cestino profumato che ha decorato una parte del tavolo nunziale.
 Il matrimonio vero e proprio non l'abbiamo visto perché al comune non ci siamo andati. Ma abbiamo assistito alla ceremonia fatta da Daniel: scalzi, per farci sentire le origini e il destino che ci accomunano.

mercoledì 8 maggio 2013

pomeriggio unschooling

Ultimamente ci stiamo vedendo in spiaggia con dei compagni di scuola di Miss Meraviglia. Anche ieri pensavamo di vederci, ma alla fine siamo state "sole", io e le due Miss. Miss Meraviglia una volta siamo venute a sapere che non sarebbe venuto nessun amichetto ha approfittato delle avverse condizioni metereologiche -una nuvoloooona e un po' di vento freddo- per dire: "andiamo a casa". Al che le ho fatto presente che anche se non c'era la sua amica, io c'ero, il mare c'era e c'era pure la spiaggia, oltre a una felpa (non-si-sa-mai) portata dalla mamma e una sorella a cui di rimontare in macchina non andava mínimamente. Di fronte a tanto "esserci", la Miss ha messo la felpa e dichiarato: "vado ad arrampicarmi sulle rocce". La silenziosa accettazione della realtà e l'iniziativa presa in due secondi di riflessione mi hanno colpito: era da tempo che non la vedevo cosí. Cosí come? Cosí viva! E mi sono sentita viva insieme a lei. L'ho seguita con lo sguardo, le ho sorriso, l'ho vista concentrarsi, ho visto il tendersi dei muscoli fare aprire strada alla sua volontà. L'ho vista saltare, sorridere, sentirsi felice! Con Miss Buonumore appollaiata nel foulard, siamo partite per una passeggiata lungo la riva. "Mamma, raccogliamo altre conchiglie, come ieri?" E abbiamo raccolto conchiglie, piccoli sassi, pietre bellissime. Al ritorno indico alla Miss una conchiglia bianca bella bella e lei colpita dalla perfezione di quella forma si lancia a raccoglierla. "Aaaaahhhh" "Un paguro!! Prendilo amore!" "Ma che è un paguro?" E cosí abbiamo iniziato la nostra lezione sugli abitanti del mondo marino. Le domande sono cadute a pioggia: è maschio o femmina? Se è femmina ha le tettine? Cosa mangia? Dorme di giorno o di notte? Dov'è la sua mamma? Nel mare corre molti pericoli, vero? E cosí abbiamo camminato in compagnia di questo bellissimo paguro fino a raggiungere le nostre asciugamani. Lí è stato amorevolmente trasferito al secchiello, con acqua, sabbia e un sasso nero. La piccola Miss Buonumore continuava a dormire e con lei indosso non potevo né fare il bagno, né giocare ad acchiapparella. Che gioco possiamo fare? Costruiamo una pista! E cosí costruttore numero 1 e costruttore numero 2 si sono lanciati a definire lunghi tracciati sulla sabbia, completi di rotatorie, passaggi a livello, ponti e passaggi montani. Dopo la costruzione hanno altresì controllato la percorribilità della pista: perfetta! Dopo la terza pista costruita hanno deciso di lanciarsi nella costruzione di un villaggio con case e casette sparse qui e la. Si era resa necessaria poi la costruzione di una stradina che unisse le varie case. E sulla stradina le macchine. Un fluire di gioco, immaginazione, cooperazione, dialogo, stupore e allegria. Un pomeriggio cosí erano secoli che non lo vivevamo insieme. Una volta raccolte le nostre cose, mentre camminavamo verso la macchina controllavamo Martinello (il paguro) e parlavamo di tornare al mare il giorno dopo e di giocare di nuovo insieme. Tanto!

lunedì 6 maggio 2013

un'esperienza incoerente

Lo ammetto: ieri ho vissuto un'esperienza incoerente. Sono andata insieme alle due Miss allo zoo. Qui lo chiamano "parque temático", forse per sentirsi meno in colpa, non so.. Fatto sta che ci siamo andate. E perché? Perché a Miss Meraviglia faceva tanto piacere andarc, perché le piacciono gli animali, perché le piace osservarli. E siamo andate. Ho cercato di non pensare, di non guardare troppo e di lasciare vivere a Miss Meraviglia la sua esperienza, di lasciarle spazio e tempo per decidere, senza starle a spiegare che tenere un animale in gabbia è un'atrocità.. E le è piaciuto: leoni marini, pappagalli, animali da fattoria, coccodrilli, puzzole, bisonti, tartarughe di terra. Le tartarughe penso proprio che non soffrissero: stavano una bellezza, a loro agio, con piante, rocce e posti in cui starsene tranquille e al riparo dagli occhi indiscreti dei visitanti. Non erano chiuse dietro una rete, ma erano "contenute" da bassissimi muretti di pietre vulcaniche. Erano talmente bassi che sporgendoci un po' abbiamo potuto accarezzarle! Gli animali che più hanno interessato Miss Meraviglia sono stati però i serpenti. Li ha guardati con molta attenzione, si è sorpresa quando ha visto la lingua biforcuta: "mamma! Ma ce l'ha davvero cosí!!!!"! In questo senso mi è sembrato positivo per lei visitare un posto del genere. E proprio per questo mi sono data il pizzico sulla pancia e ho cercato (dico "cercato" perché non sempre ce l'ho fatta..) di sorridere per tutto il tempo. Altra nota positiva è stata la compagnia: con Anita, Juan e le bimbe, di età compatible con le mie Miss: Ainhoa 5anni e Nerea 1 mese! Miss Buonumore appena le vede si sganascia! Anche guardando gli animali si è fatta un sacco di risate, tanto per cambiare, ha ballato a ritmo country (!) e ha divorato la crema di pere che le avevo preparato: il primo dentino è spuntato e anche la voglia di mangiare!! E the last but not the least: la nuova zona di piscine che si trova alla fine del parco: fichissima! Una delle piscine ha l'acqua bassissima e ospita un parco giochi con scivoli, scalette, spruzzi, fontane e doccette! Attrazione principale: un megasecchio posto in cima che si riempie d'acqua grazie a un sistema di carrucole e che ogni 10 minuti si svuota inondando l'intera piscina con un'esplosione d'acqua! Ecco di fronte a tale spettacolo di ingegneria Miss Meraviglia è rimasta stupefatta! Ma dopo dieci minuti di gioco un fantozziano scivolone le ha regalato una spellatura con annesso taglietto sotto la pianta del piede...Vabbé, pazienza.. Ci siamo rincuorate rimpinzandoci di Tuc e cocomero, sdraiate ( io con Miss Buonumore incorporata;)) guardando i magici meccanismi del parco acquatico.. Ci torneremo!

venerdì 3 maggio 2013

un giorno magico

Oggi è un giorno magico. Oggi ho giocato con le mie figlie. Oggi ho riso di gusto con entrambe. Oggi ho fatto una doccia appena alzata. Oggi ho mangiato un piatto di lenticchie buonissime cucinate da Daniel. Oggi la casa è in ordine e pulita. Oggi siamo uscite a passeggiare nel sole. Oggi abbiamo fatto merenda al parco, prendendo a ditate una squisita crema di pere. Oggi Daniel tornerà a casa presto. Oggi siamo tutte e tre a fare un pisolino nel lettone. Oggi vorrei non finisse mai.

mercoledì 1 maggio 2013

Ho voglia

I giorni passano. E passano. E passano troppo in fretta. E allora mi succede. Ho voglia di non dormire, di "usare" la notte, di stare in silenzio per un'ora o due. Ho voglia di non sapere che ora è. Ho voglia di non cucinare per tre giorni. Ho voglia di guardare il cielo per un po'. Ho voglia di guardare un filo che entra agilmente nella cruna dell'ago. Ho voglia di tagliare i capelli. Ho voglia di curare il giardino. Ho voglia di conoscere persone che mi ispirino e che vivano su quest'isola. Ho voglia di una passeggiata nel bosco, Ho voglia di scrivere con la penna. Ho voglia di passare un pomeriggio a casa di mio zio E. Ho voglia di non sapere che c'é da stendere un'altra lavatrice. Ho voglia di una doccia caldissima che duri 20 minuti. Ho voglia di una tazza di té nero alla vaniglia. Ho voglia di ascoltare musica silenziosa. Ho voglia di ordinare l'atelier. Ho voglia di girare un corto con Daniel. Ho voglia di addormentarmi sulla spiaggia. Ho voglia di scoprire che la politica mondiale è cambiata. Ho voglia di sedermi in riva a un lago, d'inverno, e di tenere tra le mani una tazza di cioccolata calda. Ho voglia di guardare il mondo che passa dal finestrino di un treno. Ho voglia di pioggia d'estate. Ho voglia di ricevere un regalo piccolo. Ho voglia di stare ferma. Ho voglia di non pensare. Ho voglia di dimenticarmi, per un po'.