sabato 3 agosto 2013

Apologia di Candy Candy

Non so voi, ma io e i cartoni animati che si vedono adesso in televisione o che si scaricano da internet non andiamo proprio d'accordo...! Per tanti motivi (figurarsi se una fondamentalista come me riusciva a limitarsi!) innanzitutto perché non raccontano una storia. I personaggi sono statici, non vivono un'evoluzione, non crescono, non fanno tesoro delle esperienze. Ogni episodio è a sé e non ha importanza l'ordine cronologico con cui vengono visti. Quando io ero piccina, invece, mi sparavo dei drammoni bestiali in cui il personaggio cresceva, cambiava, imparava, conosceva. E ricordo le storie di Laura della casa nella prateria, Lady Oscar, Georgie, Creamy, e la mia preferita: Candy Candy! Ma perché ve lo racconto?Ecco, diciamo che Miss Meraviglia è arrivata alla magica età in cui i cartoni sono una parte importante dello svago giornaliero. Ed ecco che noto come il suo atteggiamento ne viene negativamente influenzato. La mía dolce Miss assorbe dei messaggi che i nuovi cartoni veicolano in modo indiretto ma potentemente costante: oltre all'assoluta mancanza di evoluzione psicologica, i bambini vivono e agiscono solo in base a ciò che viene loro CONCESSO. Non se ne incentiva l'essere propositivi, vengono continuamente istruiti, si da per scontato che a tutti piaccia fare la stessa cosa. Spesso si deridono i personaggi senza che il personaggio deriso mostri risentimento o dolore per la derisione: al massimo sono gli altri personaggi a dire che cosí non si fa: l'importante non è il sentimento dell'individuo, ma l'opinione/norma sociale che viene assunta perché si, è indiscutibilmente giusta. Ecco che i cartoni fanno un bel lavaggio del cervello silenzioso e nascosto. Danno istruzioni ai bambini su come bisogna essere, cosa desiderare, come subire. Inutile dire che mi piacerebbe eliminare qualsiasi tipo di cartone, ma la mía Miss non potrebbe capire, e di conseguenza accettare, tale limite. E allora cosa fare? Cambiare modello e optare per i megadrammoni che mi sparavo durante l'infanzia? Ok, proviamo! E cosí quest'ultima settimana Candy è magicamente ritornata a fare parte delle mie giornate! Miss Meraviglia è entusiasta: la vedo partecipare con emozione, e non stare imbambolata davanti a storie politically correct di una famiglia di maiali felicemente grassi.... Miss Meraviglia aspetta con ansia la prossima puntata, segue la storia, si mette da capo a piedi nel mondo di Candy, parteggia per il personaggio che va contro la morale della societá nobiliare in cui viene catapultata, ascolta quello stream Of consciousness che ha fatto grande Virginia Wolf e che ha cambiato la letteratura mondiale: i personaggi hanno pensieri, pensieri che tengono per sé, che non dicono agli altri personaggi, ma che noi spettatori abbiamo il privilegio di ascoltare. E su questi pensieri si svolge la nostra emozione ed empatia: lo spettatore é chiamato a sentire, a emozionarsi, non semplicemente ad inghiottire una pasticca inzuccherata travestita da caramella... E poi la sigla è cosi bella...!
Il non avere la televisione ma la connessione a internet, stimola la ricerca di ciò che si vuole vedere. Ed ecco li che c'è bisogno di sapere dove cercare e cosa scrivere. Per aiutare la mia Miss ho attaccato questo piccolo promemoria sul muro che sta vicino al computer. Ora sa con certezza che l'inglese non si scrive cosí come si pronuncia!

mercoledì 17 luglio 2013

dal pediatra

Vi è mai capitato di vedere della violenza ingiustificata sotto i vostri occhi? Vi è mai capitato che a subire questa violenza fosse vostro figlio? A me si. E ve lo racconto: È venerdi pomeriggio. Miss Buonumore sta maluccia da sabato sera. Al ritorno dal mare io e Daniel la notiamo un po' caldina: 37,3. Uhm. Stanotte non si dorme, pensiamo entrambi. Ma la febbre rimane cosi, bassina e strisciante. La mattina 38. Vabbé, aspetto un altro po'... All'1 siamo a 38,6. E mo mi sa che è meglio dare un antiepiretico. Dato. È domenica. Ci limitiamo a osservare la situazione e a tenerla sotto controllo. Nella notte la febbre arriva a 39,6. Lunedi vado dalla pediatra. Ci conosciamo da tre anni ed è una persona gentile, premurosa, affettuosa con le bimbe. Diagnosi:febbre senza foco. La devo riportare mercoledí mattina. Se ci sono novitá martedi. Ok. Le novità non ci sono. Mercoledi mattina siamo li. La febbre oggi non ha superato i 37,2. Ok, é un virus e sta scemando. Riportala venerdì pomeriggio per un ultimo controllo. Ok. Ed eccomi in ambulatorio. Ma Patricia non c'è. Al suo posto trovo l'altro pediatra del centro, Armando. Armando è stato il primo pediatra di Miss Meraviglia. Armando non ci piacque perché non fu gentile, mai. E per me le maniere sono importanti. Cosí cambiammo medico. Fine della premessa. Armando ci chiama, entriamo. Inizio a spiegargli un po' com'era la situazione. Volevo dirgli dell'esantema che era apparso la sera prima, volevo chiedergli se poteva trattarsi della sesta malattia. Volevo chiedergli se quel tipo di esantema può dare prurito. Ma prima che riuscissi a formulare una ricostruzione almeno parziale degli eventi, Armando mi toglie dalle braccia la piccola Miss e la sdraia sul lettino, e cerca di infilargli un palo in gola per vedere chissaccheccavolo. Cerco di parlare ma mi parla sopra, allora capisco che devo agire e riprendo in braccio la mia piccola Miss che di Buonumore ormai è sprovvista. Calmo il suo pianto. E intanto il pediatra si fa i cavoli suoi, seduto alla scrivania, schiaccia ripetutamente il tasto sinistro del mouse. Gli chiedo di visitare la Miss tenendola io in braccio e mi dice di no. Che cambia? Gli chiedo. E lui mi dice che lui visita con il bino sdraiato sul lettino, da solo. Gli chiedo nuovamente cosa cambia... Mi dice che lui visita così, che se mi sta bene ok, altrimenti me ne posso anche andare. Sono incredula. Gli dico: a volte bisogna essere un po' flessibili per poter fare del proprio meglio. Risposta: o la sdrai o te ne vai. Era venerdì pomeriggio. L'unica alternativa che avevo eramettere mia figlia in macchina e portarla all'ospedale. E stare li tutto il pomeriggio per farla vedere da un medico generico (si perché qui nel paradiso canario se porti tuo figlio all'ospedale non ti vede mica un pediatra... Troppo bello...). E cosi ho sdraiato la Miss. Me ne pento. Amaramente. La paura e non l'amore ha guidato i mie gesti. Mia figlia ha pianto, ha sofferto, si è sentita aggredita, maltrattata, non rispettata. Ripensando a quei minuti infiniti mi si fa l'amaro in bocca e una rabbia contro me stessa e contro le mie paure. Mi chiedo se sarò mai capace di disfarmi di tutti i condizionamenti sociali e familiari che mi spingono spesso ad agire contro il mio sentire. Crescere le mie figlie liberamente, vivere con loro momenti reali, ascoltare le loro esigenze e capirle al di sopra delle circostanze. Acettare le mie sensazioni come portatrici di importanti verità, e non sminuirle riducendole a meri fantasmi emotivi che perturbano il corretto agire materno. Oltre a distruggere il nostro presente, mino la serenitá del futuro delle mie Miss proponendo loro un modello che premia la sfiducia in se stessi. Ho sbagliato. Ho sbagliato per me e per la Miss. Spero di ricordare in situazioni future analoghe la rabbia che sento ora per non aver evitato a mia figlia un dolore inutile. Spero di non cedere alla paura. Spero davvero di credere nell'amore che lega me e le Miss e di rompere il muro della non accettazione del mio sentire. Voglio essere autentica.

mercoledì 26 giugno 2013

con quel che c'è

Frigo vuoto, Miss stanche, Daniel a lavoro. Alle nove la domanda arriva chiara e precisa dalla bocca del papi: "che mangiamo?" Potrei abbellire il racconto, inserire qualche dettaglio pittoresco, provare a spiegarvi e spiegarmi perché le tre variabili frigo vuoto, Miss stanche e marito a lavoro si verificano tutte e tre insieme, ma se lo facessi perderei il punto della faccenda, il punto in cui la sottoscritta si assume con totale incoscienza la responsabilità di alimentare la famiglia pronunciando la frase "Ci penso io!". E così fu. Entro in cucina e trotterello amabilmente tra frigo e dispensa fino a mettere insieme pochi e semplici ingredienti uniti da una assoluta coerenza di sapori: 2 funghi, mezza zucchina, un pezzetto di formaggio ben stagionato, qualche dadolino di pancetta affumicata e un po' di pane del giorno prima. Pancetta ben rosolata con aggiunta di funghi tagliuzzati in piccole listarelle. Zucchina sfilettata con la mitica grattugia 4 tagli (come vivere senza??) e formaggio grattato alla julienne. Tagliato il pane non resta altro che armonizzare gli ingredienti dei crostini salva cena. Letto di zucchine coperto con ripieno di funghi e pancetta e poi qualche altra zucchinetta da spolverare con il formaggio. Ma da soli non ci bastano, ed ecco apparire in soccorso il piatto di riso basmati avanzato dal pranzo. E con l'aggiunta di un barattolo di ceci già cotti lo rendiamo proteicamente valido: olé! cena sana e saporita in meno di mezz'ora: queste sono le soddisfazioni della vita!

martedì 18 giugno 2013

il barattolo delle monete

A volte piccole idee si rivelano azzeccatissimi progetti multiobiettivo. Ed è questo il caso del barattolo delle monete. Con l'iniziale scopo di non avere più in giro in ogni angolo della casa monete e monetine, annunciai a Miss Meraviglia e a Daniel che un bel barattolo di vetro sarebbe stato il posto in cui depositare spicci e spiccetti e che non appena si fosse riempito avremmo usato la somma raccolta per andare a mangiarci una pizza fuori. Inutile dire che Miss Meraviglia si è rivelata un'attenta risparmiatrice! E cosi, dopo qualche mese, abbiamo messo le mani sul bottino! E dovendo contare per sapere a quanto ammontasse, come avremmo potuto non cogliere l'occasione per una bella lezione di matematica? Abbiamo iniziato con il raggruppare le monete dello stesso valore in piccole torri da 10 unità.  Miss Meraviglia ha trafficato tra quei dischetti metallici per un bel po' facendo un "lavoro" completo: riconoscere il numero presente sulla moneta, sommare le monete fino a completare la decina, notare che a minor grandezza e peso corrispondeva minor valore, notare la differenza di materiali e associarla al valore, scoprire che l'altra faccia di tutte le monete che hanno lo stesso valore non è uguale: digressione sull'Europa e sui vari paesi che la costituiscono, chi è il re di Spagna, chi è Cervantes, chi è Dante Alighieri... Ecco quindi un esempio pratico di come nel nostro vivere quotidiano ci sono continue opportunità per studiare, anche la matematica. E in questo caso è lo stesso materiale che ci permette di "visualizzare" il numero, la quantità che il numero rappresenta. Senza dover ricorrere a materiali pedagogici espressamente elaborati per un identico scopo (penso alle perline montessoriane, ad esempio). E qui mi ricollego al precedente post "a che giochiamo". Studiamo somme, moltiplicazioni, equivalenze. Tutto impregnato dalla spinta emotiva del vedere il risultato di un lavoro di raccolta comune. Ecco che l'apprendimento si fa utile, reale, proprio, sociale, importante. La seconda parte del lavoro è stata la somma vera e propria. Per procedere in questa seconda parte abbiamo deciso di farlo in qualità di impiegato di banca e di cliente. Allontanare Miss Meraviglia dal gioco simbolico per più di 40 minuti è impossibile!! E la piccola Miss Buonumore? C'è stata anche lei, ovviamente, e, ovviamente c'è stata a modo suo: buttando a terra le monete, rimettendole sul mobile, agitandole in un coperchietto di plastica, nascondendole tra i piedi di Daniel e della grande Miss.. A ognuno il suo! Ma devo dire che lo spirito di collaborazione con cui abbiamo lavorato è stato il migliore esercizio!

sabato 15 giugno 2013

a che giochiamo

Negli ultimi giorni Miss Buonumore sta investendo molte delle sue energie nell'appassionante scoperta di oggetti semplici che ci sono in ogni casa: carte, tappi, e due contenitori, nello specifico: un secchiello e un pentolino. Osservandola e mettendomi a giocare, ho scoperto che ci si possono fare davvero tante cose. Confrontare pesi e grandezze, trasportare (tutto o solo un po') Confrontare i colori e i disegni, percepire forme circolari e rettangolari, nascondere, mordere, succhiare, lanciare, pattinare (eh si, pattinaggio su tappi: presto sarà una nuova disciplina olimpica;)) indossare... Conoscere ed esplorare a partire da oggetti di uso quotidiano. Sicuro che anche i vostri pupi lo fanno. E con cosa? Scambiamoci idee per mettere fine al consumo di oggetti esclusivamente pensati per giocare: lasciamo che i nostri figli siano liberi di crescere con oggetti veri e utili e che facciano uso della loro fantasia per trasformarli di volta in volta nell'oggetto di cui hanno bisogno.

giovedì 13 giugno 2013

uno

Uno, un numeretto piccolo piccolo che diventa incredibilmente grande quando è un anno di vita. E quando si tratta del primo anno di vita di un figlio è come se fosse una vita intera! Miss Buonumore è un anno (e nove mesi) che mi regala tanto: sorrisi, tanti e infiniti, risate e risatone, ditini puntati alle meraviglie che dicono "mamma! Guarda! Questa cosa è bellissima!", sguardi furbi che dicono: "l'ho preso!", manine che applaudono felici quando torna papà! È un anno di meraviglia e buonumore per tutta la famiglia, un anno di sorellina dolce che se ti sente piangere si precipita da lontano per cantarti una canzone (e tu, incantata, sorridi!) un anno di abbracci, un anno intero di corpo -tuo- con corpo -mio. Un anno di amore intenso! Come non festeggiarlo? E allora vía: palloncini rosa e verdi che volano fino al soffitto e non scendono giù -magia!!!- tante bimbe che ti salutano e sorridono e giocano con te, e tu te ne vai a passeggio per la casa, e poi in braccio a mamma, a nonna, a papá e a tutti quelli che ti va! E che bello poi quel pane speciale che aveva un leone sopra e che quando mamma l'ha portato in tavola tutti si sono messi a cantare! Nei tuoi occhi, fissi nella fiamma mordida della candela, ho visto come sentivi quel momento speciale, magico, quasi sacro.. Lentamente hai preso una fettina di "torta" e mollichina dopo mollichina ci hai fatto merenda. E poi ciao a tutti e via nella doccia con la sorellina: se fosse possibile, amore, ci vivresti nell'acqua! Ma è notte, e sei tanto stanca, andiamo al letto, un po' di latte e il canto di mamma: sogneremo insieme fino a che ci sveglierà l'alba...

venerdì 7 giugno 2013

un momento

Due sere fa preparavo con una certa fretta tutto il necessario per il bagnetto di Miss Buonumore. Sistemati i pantaloncini mi fermai. Il tempo scivolava via come l'acqua nella piccola vaschetta rosa. E capisco davvero che tra qualche mese non vedrò più l'immagine che ora è il mio pomeriggio. E amo le mie figlie, amo il mio essere mamma, amo il pomeriggio senza tempo, amo il sorriso della piccola Miss quando scopre che sta per entrare in quella piccola pozzetta di acqua calda, amo la felicità che spinge i passi di Miss Meraviglia quando le dico: a che giochiamo amore? Amo questo momento unico e irripetibile, amo la stanchezza e la consapevolezza che deriva dall'abbracciare i bi-sogni delle mie Miss. E allora so che tutto il resto può aspettare: e so anche che l'infinito amore delle mie figlie mi dà più di quanto io sia capace di immaginare..!

mercoledì 5 giugno 2013

fine anno

C'erano tutti. I genitori, i nonni, le maestre. Tutti li, nella mega-tendona montata dal comune per lo spettacolo di fine anno della scuola. In un solo colpo si festeggia: festa della famiglia, festa del "día de Canarias" e fine dell'anno scolastico. E io ho sofferto. E ho sofferto perché, come dice Daniel, sono una fondamentalista. Si perché li dove gli altri genitori hanno visto uno spettacolo teatrale che raccontava la storia di un magico regno di carta, io ho visto solo l'ansia da prestazione di Miss Meraviglia. L'unico suo pensiero per me era chiaro ed evidente, tangibile, direi: fare quello che devo fare, dire quello che devo dire e mettermi li dove mi dicono che devo stare. E così per 2 ore. Dopo il teatro, le poesie, i balli e le canzoni era giunto il momento di dare "il regalino" ai genitori. Ed ecco, la Miss viene verso di noi, senza sorridere, seria, tira fuori dalla bustina un portachiavi per me, uno per Daniel e poi non sapeva se darci o no un rotolo di carta. Le dico che anche quello è per noi perché tutti i genitori lo avevano aperto e lo leggevano insieme ai figli. La Miss si guarda intorno, lo vede anche lei e allora mi da il rotolo e se ne va per tornare sul palco, dalla maestra. Le diciamo, io e Daniel: "amore, vieni: leggiamolo insieme!" Lei si gira, ci guarda, e torna a camminare per andare dalla maestra. Segue le istruzioni. La maestra ha detto di dare il regalino ai genitori, non di sorridere, non di leggere con loro l'ennesima poesia, non di darsi un bacio o un abbraccio. E quindi non si fa, si da il regalino e basta. Si torna sul palco per ricevere ulteriori istruzioni sul da farsi.
E io ho sofferto. Ho sofferto per aver visto mia figlia che si auto-censura. Mia figlia che esegue degli ordini. Mia figlia che ha sofferto per anni l'autorità. Mia figlia. E io ne sono colpevole. Non mi odio, né mi disprezzo. Ma so che è dipeso dalla mia ignoranza il lasciarla in balia della scuola e della morale (amorale) che li le hanno inculcato e che dista dalla mia anni luce. Ho sofferto ma ho anche gioito: ho gioito nel sapermi ora cosciente, nel sapere che non accadrà più, nel sapere che si può cambiare. Restano pochi giorni e poi saremo davvero libere!!

martedì 28 maggio 2013

Nuove letture

Diventata mamma ho dovuto ridimensionare il tempo dedicato alla lettura, e a volte sopprimerlo. Come sempre accade ho tratto qualcosa di buono anche da questa limitazione: ho scoperto che senza leggere si vive bene, si pensa in proprio un po' di più e si sceglie con più esattezza cosa leggere e quando. Da quando Daniel mi ha munita di smartphone, approfitto dei riposini di Miss Buonumore (che avvengono rigorosamente in braccio a me) per leggere leggere leggere leggere e leggere. Oggi ho ricordato Krishnamurti e ho cercato qualche pdf da scaricare. Ho trovato subito "L'arte di vivere". E ho sentito le parole attraversare gli anni, oceani e terre. Tutto quadra, tutto è parte del cammino intrapreso. Di che parla quest'uomo? Di educare in libertà, di educare con amore, di educare alla non-ripetizione. Mi faccio cassa armonica: racconto a tutti della rivoluzione educativa e sociale che stiamo creando e mi sento trasportare qualche passo più in la. La leggerezza dell'accadere. L'unica e sola maniera di essere al mondo. Essere Ed Esserci. Sempre. Ma non solo di smartphone vive la mamma! Ma si di regali, o meglio, di "affetti concreti" stavolta approdati a me dalle mani di mio padre. Due libri veri, di carta e inchiostro, due libri che accolgo come ospiti nella mia casa. Arriverà presto un tramonto, un'ora nella notte silenziosa, un rooibos in giardino, uno scalino di pietra in cui saremo, completamente, insieme.

martedì 21 maggio 2013

educare

Qui, nella piccola e sperduta isola in cui viviamo, c'è fermento: stiamo conoscendo famiglie interessate alla prospettiva dell'educazione familiare, e, ovviamente ne sono entusiasta! Qualche giorno fa si è tenuto un primo incontro informativo in cui sono sorte varie questioni: la legalità di tale scelta, come ottenere un titolo accademico seguendo questo percorso "alternativo", che valori si vogliono trasmettere ai propri figli e che risultano essere incompatibili con il sistema scolastico. La riunione è avvenuta nel retrobottega di un negozietto di prodotti di puericultura biologici. Genitori e figli ci muovevamo con assoluta libertà tra la saletta adibita alla "charla" e il negozio vero e proprio. Miss Meraviglia ha inventato tutti i giochi possibili e immaginabili con un palloncino portato da casa, ha corso, ha riso, ha mangiato biscotti gentilmente offerti da chi aveva organizzato il tutto e ha anche ascoltato per un paio di minuti le cose che dicevamo noi grandi. C'erano anche altri bimbi, una decina in tutto. Tra questi anche la figlia di un amico che aveva preparato il discorso introduttivo al dibattito. La bimba ha interrotto in vari momenti il padre e anche altre persone per dire quello che voleva (che non aveva niente a che fare con il discorso). I genitori della bimba non hanno spiegato in nessun momento alla loro figlia che nella situazione in cui si era, c'era un turno di parola da rispettare, e che anche lei avrebbe potuto parlare ma in un altro momento. Alla terza interruzione della bimba, la madre che stava parlando disse alla bimba che ora non toccava a lei parlare e che doveva aspettare il suo turno. La bambina disse due o tre paroline e se ne andò. Nel raccontare in un forum su internet come era andato questo incontro leggo il resoconto del padre della bimba. E racconta: il modo orribile in cui hanno trattato sua figlia è lo specchio di problemi di maltrattamento non risolti della signora che le ha detto di stare zitta. La bimba ha vissuto un momento orribile. Le persone non si interessano ai bambini e non tengono in considerazione i loro sentimenti... E io mi chiedo: se il padre o la madre di questa bambina invece di lasciarla parlare perché le va, le avessero spiegato che in quel contesto c'è un momento per parlare e un momento per ascoltare, che ognuno avrà il suo tempo per dire ciò che vuole, e che anche lei potrà dire la sua, la bimba non avrebbe continuato a interrompere e avrebbe imparato che ci sono circostanze in cui le persone ricorrono al turno di parola, e avrebbe fatto la sua "lezione" di unschooler della giornata. Ma il rifiuto di educare, perché educare viene inteso come reprimere, in nome della difesa della libertà ha messo quella bambina in una situazione fastidiosa: aveva voglia di partecipare al gioco ma non sapeva dell'esistenza delle regole del gioco. Per me educare non significa reprimere, ma dare a conoscere. Sta poi al bambino scegliere come usare la conoscenza che gli trasmetto. Sta al bambino la rielaborazione dell'informazione. Da li la crescita, di li la vera libertà.

giovedì 16 maggio 2013

dolci e biliardino

Continua la festa del patrono nel nostro paesino. Tra le varie attività che ha organizzato il comune, c'è il sempre gradito concorso di dolci. Quest'anno ho proposto a Miss Meraviglia di partecipare, e lei, tutta contenta, ha detto: "siiiiiiii!!". Ma, una volta portate a termine le improrogabili faccende di casa, mi sono resa conto che tempo per elaborare un dolce non ce n'era, e però pure mancava il coraggio di arrendersi di fronte a tale impedimento. E cosi l'ingegno e la leggerezza sono subito venuti in soccorso: hanno aperto la porta del frigorifero ed hanno tirato fuori un bel vassoione pieno di fragole, un limone e dal pensile il barattolo dello zucchero. Ed eccoci all'opera: fragole sciroppose, buone da morire in 20 minuti! Mentre Miss Buonumore mi riposava in grembo, in silenzio e in penombra, anche le fragole facevano la loro siesta nel frigo. Appena sveglia la piccola Miss, ci dirigiamo al centro culturale del paese, consegnamo il nostro dolce e aspettiamo che inizi il tutto. Nell'attesa giochiamo a biliardino. Le due Miss attivissime e assorbite dal gioco: il gioco di coordinazione oculo-manuale continuo mi è sembrato un esercizio molto più duro che il copiare una lettera rispettando le dimensioni e i margini stabiliti in un foglio.. Ma la voglia, il coinvolgimento emotivo e la fisicità (Miss Meraviglia muoveva le stecche pure con le punte dei capelli!) fanno della difficoltà il senso dell'attività stessa. Ed ecco il senso del fare e dell'essere e dell'esserci in questo fare. Un fare indeterminato ma costantemente presente, un fare che non conosce orari, un fare che è lo stesso vivere. E allora lasciamoci liberi di trovarci in questo fare, liberi di scoprire che un concorso di dolci è solo il mezzo che il mondo mi ha dato per arrivare a un biliardino. Un biliardino che apre un nuovo cammino da percorrere con piacere ed entusiasmo. Per amore di completezza, c'é anche da dire come finì l'esperienza del concorso di dolci. Dopo un attentissimo (e noiosissimo!) scrutinio dei dessert da parte di tre serissime signore, sono stati annunciati i vincitori di 1°, 2° e 3° premio. Miss Meraviglia stava un po' abbacchiatella per non rientrare nella rosa degli eletti, e allora le ho fatto notare che i dolci scelti non sono i più buoni in assoluto, ma sono quelli che più sono piaciuti a quelle tre serissime signore della giuria, e che magari ad altre persone le nostre fragole sciroppose sarebbero piaciute più di ogni altra cosa. La Miss allora si è sentita molto meglio e ha partecipato con allegria al magna-magna generale: senza dubbio la parte migliore del concorso!!! E li abbiamo scoperto che i dolci premiati non ci piacevano affatto e che le fragole sciroppose sono piaciute a tutti! Miss Meraviglia ha capito la falsa importanza di vincere e la soddisfazione di aver preparato una cosa buona per tanti. Prima di andare via, l'ho sorpresa mentre spiegava la sua ricetta a una signora: "Mamma,sicuro che al prossimo concorso di dolci quella signora preparerà le nostre fragole!". ;)

lunedì 13 maggio 2013

romería, ovvero: l'importanza delle tradizioni


Tanti ma tanti anni fa, preparai il mio bel piano di studi universitario per la laurea in lingue e letterature straniere. Quando lo presentai al mio professore, questi lo lesse ie quando finí di leggerlo restò in silenzio guardandomi con inumana fissità. Dopo qualche secondo di attesa (e di apnea da parte mia...) mi chiese: "Perché?". Pensai, ma non dissi: "Come 'Perché?'??" Di fronte alla mia faccia imbambolata, il professore, magnanimamente, decise di spiegarmi le ragioni della sua perplessità. "Perché non si laurea in antropologia?" Secondo il prof. infatti, avevo inserito una tale quantità di esami dell'area antropologica, che gli costava accettare che io mi stessi laureando in lingue. Al che gli spiegai. La lingua, e la letteratura come più ampia e ricca espressione della lingua stessa, è specchio della storia, della cultura e delle tradizioni proprie del gruppo umano che fa uso di quel determinato idioma. Di fronte a tale innegabile spiegazione il prof. non proferì parola. Mi guardò un altro po', con certo fastidio, e mise il suo indecifrabile autografo in calce al mio piano di studi. Eccheveloraccontoaffare? Lo racconto perché qui nel nostro paesino di case bianche siamo in piena festa popolare, e un po' come zelig, mi viene naturale fondermi con le tradizioni del posto. Ed eccomi qua, vestita con il tipico costume di contadina canaria, accompagnata dalle due Miss, anche loro in versione contadina, che solchiamo le strade del paese nella tradizionale "romería" cioé 'pellegrinaggio'. Un'incredibile opportunità per un unschooler: in un solo pomeriggio ascolterà musica folclorica, vedrà (e monterà!) i dromedari che vivono nel nostro paese, mangerà piatti tradizionali (il gofio: prometto post specifico a breve;)) e vedrà bambini della sua età, nonché adulti, esibirsi in balli tipici. Imperdibile!

domenica 12 maggio 2013

matrimonio


Un'amica. Un matrimonio. Ma no un matrimonio normale, macchescherziamo?? Un matrimonio pic-nic, un matrimonio molto "free". Un matrimonio a tratti hippy. Un matrimonio di venerdí.Ma soprattutto un matrimonio flash: sei, dico 6, giorni per organizzare tutto! Appena venuta a sapere dell'evento il mio pensiero è corso alle bomboniere:
 - Te le faccio io!!
 - Ma no, non ti preoccupare, facciamo solo un pranzo, niente di che...
 -Vabbé dai, una cosina piccola, giusto un regalino simbolico! -Ma no, lascia perdere.
-Dai su, che ti piacerebbe?
-Mah, non so... -Senti che te ne pare di sacchetti di erbe aromatiche? -Carino!
-Ok: quanti?
-Ehm... dunque vediamo... 1, 2, 3... quattordici.
 
-Perfetto! A domani!! (e in questo caso domani voleva dire il giorno del matrimonio :S)
 Vum-Vum-Vum-Vum... la mia tanto amata Necchi si è rimessa in marcia e io con lei: che bello! Un piccolo scampolo di lino e qualche barattolo di origano bio autoprodotto e via.
Miss Meraviglia ha collaborato con la sua compagnia mentre cucivo, ha tolto gli spilli quando ce n'era bisogno e ha piegato i cartoncini che avevo ritagliato per i bigliettini da legare intorno ai sacchetti. Il risultato è questo cestino profumato che ha decorato una parte del tavolo nunziale.
 Il matrimonio vero e proprio non l'abbiamo visto perché al comune non ci siamo andati. Ma abbiamo assistito alla ceremonia fatta da Daniel: scalzi, per farci sentire le origini e il destino che ci accomunano.

mercoledì 8 maggio 2013

pomeriggio unschooling

Ultimamente ci stiamo vedendo in spiaggia con dei compagni di scuola di Miss Meraviglia. Anche ieri pensavamo di vederci, ma alla fine siamo state "sole", io e le due Miss. Miss Meraviglia una volta siamo venute a sapere che non sarebbe venuto nessun amichetto ha approfittato delle avverse condizioni metereologiche -una nuvoloooona e un po' di vento freddo- per dire: "andiamo a casa". Al che le ho fatto presente che anche se non c'era la sua amica, io c'ero, il mare c'era e c'era pure la spiaggia, oltre a una felpa (non-si-sa-mai) portata dalla mamma e una sorella a cui di rimontare in macchina non andava mínimamente. Di fronte a tanto "esserci", la Miss ha messo la felpa e dichiarato: "vado ad arrampicarmi sulle rocce". La silenziosa accettazione della realtà e l'iniziativa presa in due secondi di riflessione mi hanno colpito: era da tempo che non la vedevo cosí. Cosí come? Cosí viva! E mi sono sentita viva insieme a lei. L'ho seguita con lo sguardo, le ho sorriso, l'ho vista concentrarsi, ho visto il tendersi dei muscoli fare aprire strada alla sua volontà. L'ho vista saltare, sorridere, sentirsi felice! Con Miss Buonumore appollaiata nel foulard, siamo partite per una passeggiata lungo la riva. "Mamma, raccogliamo altre conchiglie, come ieri?" E abbiamo raccolto conchiglie, piccoli sassi, pietre bellissime. Al ritorno indico alla Miss una conchiglia bianca bella bella e lei colpita dalla perfezione di quella forma si lancia a raccoglierla. "Aaaaahhhh" "Un paguro!! Prendilo amore!" "Ma che è un paguro?" E cosí abbiamo iniziato la nostra lezione sugli abitanti del mondo marino. Le domande sono cadute a pioggia: è maschio o femmina? Se è femmina ha le tettine? Cosa mangia? Dorme di giorno o di notte? Dov'è la sua mamma? Nel mare corre molti pericoli, vero? E cosí abbiamo camminato in compagnia di questo bellissimo paguro fino a raggiungere le nostre asciugamani. Lí è stato amorevolmente trasferito al secchiello, con acqua, sabbia e un sasso nero. La piccola Miss Buonumore continuava a dormire e con lei indosso non potevo né fare il bagno, né giocare ad acchiapparella. Che gioco possiamo fare? Costruiamo una pista! E cosí costruttore numero 1 e costruttore numero 2 si sono lanciati a definire lunghi tracciati sulla sabbia, completi di rotatorie, passaggi a livello, ponti e passaggi montani. Dopo la costruzione hanno altresì controllato la percorribilità della pista: perfetta! Dopo la terza pista costruita hanno deciso di lanciarsi nella costruzione di un villaggio con case e casette sparse qui e la. Si era resa necessaria poi la costruzione di una stradina che unisse le varie case. E sulla stradina le macchine. Un fluire di gioco, immaginazione, cooperazione, dialogo, stupore e allegria. Un pomeriggio cosí erano secoli che non lo vivevamo insieme. Una volta raccolte le nostre cose, mentre camminavamo verso la macchina controllavamo Martinello (il paguro) e parlavamo di tornare al mare il giorno dopo e di giocare di nuovo insieme. Tanto!

lunedì 6 maggio 2013

un'esperienza incoerente

Lo ammetto: ieri ho vissuto un'esperienza incoerente. Sono andata insieme alle due Miss allo zoo. Qui lo chiamano "parque temático", forse per sentirsi meno in colpa, non so.. Fatto sta che ci siamo andate. E perché? Perché a Miss Meraviglia faceva tanto piacere andarc, perché le piacciono gli animali, perché le piace osservarli. E siamo andate. Ho cercato di non pensare, di non guardare troppo e di lasciare vivere a Miss Meraviglia la sua esperienza, di lasciarle spazio e tempo per decidere, senza starle a spiegare che tenere un animale in gabbia è un'atrocità.. E le è piaciuto: leoni marini, pappagalli, animali da fattoria, coccodrilli, puzzole, bisonti, tartarughe di terra. Le tartarughe penso proprio che non soffrissero: stavano una bellezza, a loro agio, con piante, rocce e posti in cui starsene tranquille e al riparo dagli occhi indiscreti dei visitanti. Non erano chiuse dietro una rete, ma erano "contenute" da bassissimi muretti di pietre vulcaniche. Erano talmente bassi che sporgendoci un po' abbiamo potuto accarezzarle! Gli animali che più hanno interessato Miss Meraviglia sono stati però i serpenti. Li ha guardati con molta attenzione, si è sorpresa quando ha visto la lingua biforcuta: "mamma! Ma ce l'ha davvero cosí!!!!"! In questo senso mi è sembrato positivo per lei visitare un posto del genere. E proprio per questo mi sono data il pizzico sulla pancia e ho cercato (dico "cercato" perché non sempre ce l'ho fatta..) di sorridere per tutto il tempo. Altra nota positiva è stata la compagnia: con Anita, Juan e le bimbe, di età compatible con le mie Miss: Ainhoa 5anni e Nerea 1 mese! Miss Buonumore appena le vede si sganascia! Anche guardando gli animali si è fatta un sacco di risate, tanto per cambiare, ha ballato a ritmo country (!) e ha divorato la crema di pere che le avevo preparato: il primo dentino è spuntato e anche la voglia di mangiare!! E the last but not the least: la nuova zona di piscine che si trova alla fine del parco: fichissima! Una delle piscine ha l'acqua bassissima e ospita un parco giochi con scivoli, scalette, spruzzi, fontane e doccette! Attrazione principale: un megasecchio posto in cima che si riempie d'acqua grazie a un sistema di carrucole e che ogni 10 minuti si svuota inondando l'intera piscina con un'esplosione d'acqua! Ecco di fronte a tale spettacolo di ingegneria Miss Meraviglia è rimasta stupefatta! Ma dopo dieci minuti di gioco un fantozziano scivolone le ha regalato una spellatura con annesso taglietto sotto la pianta del piede...Vabbé, pazienza.. Ci siamo rincuorate rimpinzandoci di Tuc e cocomero, sdraiate ( io con Miss Buonumore incorporata;)) guardando i magici meccanismi del parco acquatico.. Ci torneremo!

venerdì 3 maggio 2013

un giorno magico

Oggi è un giorno magico. Oggi ho giocato con le mie figlie. Oggi ho riso di gusto con entrambe. Oggi ho fatto una doccia appena alzata. Oggi ho mangiato un piatto di lenticchie buonissime cucinate da Daniel. Oggi la casa è in ordine e pulita. Oggi siamo uscite a passeggiare nel sole. Oggi abbiamo fatto merenda al parco, prendendo a ditate una squisita crema di pere. Oggi Daniel tornerà a casa presto. Oggi siamo tutte e tre a fare un pisolino nel lettone. Oggi vorrei non finisse mai.

mercoledì 1 maggio 2013

Ho voglia

I giorni passano. E passano. E passano troppo in fretta. E allora mi succede. Ho voglia di non dormire, di "usare" la notte, di stare in silenzio per un'ora o due. Ho voglia di non sapere che ora è. Ho voglia di non cucinare per tre giorni. Ho voglia di guardare il cielo per un po'. Ho voglia di guardare un filo che entra agilmente nella cruna dell'ago. Ho voglia di tagliare i capelli. Ho voglia di curare il giardino. Ho voglia di conoscere persone che mi ispirino e che vivano su quest'isola. Ho voglia di una passeggiata nel bosco, Ho voglia di scrivere con la penna. Ho voglia di passare un pomeriggio a casa di mio zio E. Ho voglia di non sapere che c'é da stendere un'altra lavatrice. Ho voglia di una doccia caldissima che duri 20 minuti. Ho voglia di una tazza di té nero alla vaniglia. Ho voglia di ascoltare musica silenziosa. Ho voglia di ordinare l'atelier. Ho voglia di girare un corto con Daniel. Ho voglia di addormentarmi sulla spiaggia. Ho voglia di scoprire che la politica mondiale è cambiata. Ho voglia di sedermi in riva a un lago, d'inverno, e di tenere tra le mani una tazza di cioccolata calda. Ho voglia di guardare il mondo che passa dal finestrino di un treno. Ho voglia di pioggia d'estate. Ho voglia di ricevere un regalo piccolo. Ho voglia di stare ferma. Ho voglia di non pensare. Ho voglia di dimenticarmi, per un po'.

domenica 28 aprile 2013

tuttifrutti

Il caldo è tornato: ieri mare con amici e pizza (ma pizza buona, pizza vera!) a seguire. Ci siamo salutati godendoci qualche minuto di eclissi lunare: bello! Oggi fa ancora piú caldo, vento calmo. Ma il frigo è vuotooooo!!! E cosi oggi tutta la famiglia al completo anziché godersi il mare si sparerà una pallosissima quanto necessaria spesa.. Sigh! Ma domani ci rifaremo con un pomeriggio di mare to-ta-le!!! Dato che il fare la spesa non mi entusiasma granché (maddai, s'era capito???), ho pensato di concentrarmi sul fatto che in realtá si tratta di una buonissima occasione per iniziare a costruire una piccola dispensa vegana: è solo questione di tempo, ma ho chiara l'intenzione di cambiare radicalmente le mie abitudini alimentari. Si tratta di una scelta dettata sia da questioni emotive -che in realtá mi accompagnano sin dall'infanzia e che ho fatto tacere perché giudicate ridicole..- sia da questioni di mera salute: mangiare carne fa male, e non è un'opinione. E cosí ho cercato qualche consiglio su internet a proposito di cibi di base, oltre a frutta e verdura, chiaro! E con mia gran felicità mi sono imbattuta in un ottimo sito che oltre a offrire spunti a chi vuole appunto cambiare la sua alimentazione, offre delle ricette facili, dall'aspetto gustoso e soprattutto velocissime: queste cose rendono felice una mamma!!! E tanto per dare a Cesare, ecco il link: http://www.laboratorioveg.it/

giovedì 25 aprile 2013

una piacevole visita

Dopo tanto tanto tantissimo tempo passato a cercare un momento per incontrarci, ieri sono venuti a casa a trovarci Santi Nora ed Estrella. Abbiamo passato un pomeriggio di primavera totale: siamo stati quasi tutto il tempo in giardino: sí è giocato, raccontato, parlato, condiviso, mangiato, fatte tante risate, ci si è posti domande, si è accettato con piacere il fatto di non avere risposte..! Estrella e Miss Meraviglia hanno giocato tanto tantissimo, si sono trasformate in streghe e hanno preparato pozioni con foglie secche, fiori marci, rametti, terra, picón e acqua sporca. Hanno cantato e ballato, sono state fate della primavera e hanno riempito il giardino di margherite e geranei. Il pomeriggio piacevolissimo si è fatto sera e si è deciso di preparare la brace e di continuare a stare insieme. Le bimbe felici e al colmo della stanchezza si lanciavano in ogni cosa interessante che si proponesse. E noi un po' piú grandicelli abbiamo fatto lo stesso! Bello!

sabato 20 aprile 2013

oggi è sabato

Siamo a casa. Tutti. Tutti e quattro. É una specie di miracolo! Erano mesi che non accadeva..! La scorsa settimana ho preso la decisione di lasciare (almeno per due mesi) il mercato del sabato. Sí, ecco: il mio mestiere prima che nascesse Miss Buonumore era quello di artigiana e vendevo io stessa le mie creazioni in due mercati, il sabato e la domenica. Dal settimo mese di gravidanza, Daniel ha preso il mio posto per la vendita e io ho continuato a cucire a casa. Da quando é iniziata la mia seconda maternitá mi é quasi impossibile lavorare. Sará almeno un mese che non entro nel laboratorio.. E quindi, ho pensato: un mercato in meno e avremo un po' di tempo familiare in piú e forse forse troveró qualche attimo per prendere ago e filo e scaricare la mente ormai satura di idee non espresse. Per ora stamattina abbiamo potuto assistere a una rappresentazione teatrale di Miss Meraviglia: bello! Personaggi classici interagivano con altri protagonisti dei cartoni animati moderni, altri sono stati adattati e altri inventati di sana pianta, uno su tutti il Signor Pomodoro che vive nel pianeta Sangue e che chiama Sangue tutte le cose da mangiare di colore rosso: fragole, pomodori, peperoni.. Che risate!!E dopo pranzo ci aspetta il secondo spettacolo!!! Siamo al terzo giorno di calima. Un caldo indecente. E proprio oggi si celebra la Feria del Libro in cui Daniel fará un "cuentacuento", cioé fará il cantastorie, alle 4 di pomeriggio!! Siamo sicuri che non ci sará nessuno a quell'ora nella piazza del paese. Saranno giustamente tutti dediti a sciacquettarsi e rinfrescarsi nelle acque cristalline della spiaggia di Papagayo. Ma gli organizzatori non si sono fatti sentire. Sopravviverá Daniel ai 40 gradi che si annunciano per la giornata di oggi??

venerdì 19 aprile 2013

tanto per cominciare

Sono Laura, sono madre di due bellissime creature, sono tremendamente innamorata di Daniel, il padre delle mie figlie. Viviamo in un'isola un po' persa nell'Atlantico che ci affascina. Ci prendiamo cura della nostra famiglia di cui fa parte anche un piccolo cane che piú dolce non si puó e che porta il semplice e strano nome di Daddo. Ci prendiamo cura della casa, del giardino e dell'orto. Amiamo il mare, il sole, il vento, la luna e le maree. Per il resto: Adoro ridere, il rooibos con cannella e zenzero, il miele di fiori d'arancio, le passeggiate in terra vulcanica, la notte e la concentrazione. Mille passioni: cucire, fare edizione di cortometraggi, scrivere, parlare e ascoltare, leggere e farmi leggere, disegnare, dipingere, ricamare, arredare e decorare gli spazi di una casa... e molto altro, ma non mancheranno occasioni per allungare la lista! Oggi c'é calima: il vento dell'est ha portato la sabbia del Sahara fino qui. Il cielo si nasconde dietro un'intenso strato di fina polvere dorata. Domani farà ancora piú caldo..